Qualche giorno fa un detrattore del CrossFit ci ha detto, a suffragio delle sue teorie delatorie, che gli atleti che gareggiano ai Games non si allenano con il CrossFit (tutto contento, nemmeno ci avesse svelato chissà quale segreto in grado di minare la nostra “fede” nel CrossFit).
Ma va? Bella scoperta! Peccato però che sia vero solo in parte. I pro non si allenano solo con il CrossFit, o meglio: non si allenano solo con i WOD.
Facciamo un passo indietro.
Perché vai in palestra?
Cosa ti spinge a fare allenamento?
Perché fai CrossFit?
Qual è il tuo obiettivo?
Procediamo con ordine. Una grossa fetta dei frequentatori di palestre si allena per migliorare il proprio aspetto fisico. E’ normale voler essere più snelli, muscolosi, “tirati”, etc. In questi casi spesso si confonde il: “vorrei mettermi in forma” con il: “vorrei avere i bicipiti di Schwarzenegger” o la tartaruga delle Tartarughe Ninja.
Per quanto riguarda il CrossFit, invece, chi rimane affascinato da questo tipo di allenamento è sicuramente più orientato al lato prestazionale della preparazione atletica rispetto al risultato estetico tout court. D’altro canto gli slogan del CrossFit non sono: “7 kg in 7 giorni”, “avrai un culo da urlo” e ancora: “ipertrofia e six pack à gogo”.
Il CrossFit punta a migliorare delle abilità e a sviluppare delle competenze, fa star meglio chi lo pratica rendendolo più “fit” cioè: “pronto” a sostenere la vita, il lavoro, lo sport e tutti gli stressor che condizionano l’esistenza moderna .
I competitor.
La nostra premessa, però, è partita dai competitor (cioè i crosfitter che vogliono partecipare alle gare), per il semplice fatto che il CrossFit si stia connotando sempre di più come un vero e proprio sport, non solo come una metodologia di allenamento. In effetti per molti praticanti è diventato proprio questo: “lo sport che pratico”.
Il panorama nazionale e quello internazionale, anche grazie alla globalizzazione e all’effetto social (non solo legato ai social media) della disciplina, propongono innumerevoli contest in cui la voglia di mostrare i propri miglioramenti e il proprio stato di preparazione atletica possono trovare libero sfogo.
Con l’aumento quantitativo delle gare si è assistito, anche e fortunatamente, ad un incremento qualitativo delle stesse. Il livello tecnico degli atleti, soprattutto negli ultimi due anni, ha mostrato un’impennata esponenziale. Da qui la necessità di creare diverse categorie per avere più omogeneità tra i partecipanti, ma questo è un altro discorso.
Sembra assurdo, ma l’aspetto che viene preso meno in considerazione da una grossa fetta di competitor italici è la corretta valutazione del proprio livello tecnico. Essere RX, cioè avere i requisiti per rispondere agli elementi proposti nelle gare, sia per forma che per carico non è da tutti. Nemmeno per chi tali carichi e tali esercizi li prova solitamente in allenamento.
La parola d’ordine per un competitor, in qualsiasi sport, e il CrossFit non fa eccezione, è: SACRIFICIO. Per poter pensare di avvicinarsi ad una competizione importante non basta spremere ogni goccia di sudore e di energia nel wod, che spesso si esegue solo 3 volte a settimana, ma bisogna pensare ad una programmazione ancora più approfondita.
Siamo ben lontani dalla casualità e dall’improvvisazione.
Contrariamente a ciò che i detrattori del CrossFit esaltano, cioè la presunta casualità degli allenamenti, chiunque mastica questo sport per professione sa che prevede invece una variabilità programmata, e nel caso di un competitor, questa programmazione deve essere ancora più fine. Nessuno può permettersi di gareggiare ad alto livello con 3 ore di allenamento settimanali. Con questo tipo di preparazione è possibile tenersi in forma e partecipare a qualche garetta amatoriale, niente di più.
Quando si parla di competitor il semplice wod non basta più, si dovranno integrare sedute di allenamento multiple, con programmi di strength conditioning, di weightlifting, e perfezionamenti sugli elementi ginnastici più complessi. Le ore di allenamento settimanali passeranno a 8, 10, o più. Gran parte della giornata ruoterà intorno al miglioramento della performance, con la cura di ulteriori elementi quali: l’alimentazione, il riposo, etc.
L’enorme differenza tra un competitor vero e chi affronta qualche garetta sta proprio nel sacrificio, noi siamo ciò che ripetiamo costantemente, indipendentemente dalla predisposizione genetica, dal doping e da molte altre cose accessorie.