Oggi vi presentiamo Dario Silvestri, Osteopata, Direttore dell’Accademia d’Osteopatia ASOMI e Vice Presidente di Confosteopatia. Ecco l’intervista.

Ciao Dario! Presentati con un tweet (140 caratteri).

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Che cos’è l’Osteopatia?

L’Osteopatia è una disciplina, complementare ad altre pratiche mediche, che sostiene la teoria per cui il corpo umano possa naturalmente ricercare la propria salute. Differisce dalle medicine allopatiche, volgendo la propria attenzione ai meccanismi del corpo e all’utilizzo di tecniche manipolative.  È adatta per quasi chiunque e può contribuire al trattamento e alla gestione di una vasta gamma di condizioni.

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Ma quindi l’Osteopata è un mago?

Direi proprio di no, mi piace paragonare il lavoro dell’Osteopata a quello di un bravo artigiano, che, ogni giorno, con costanza, studio e grande pratica produce risultati. Spesso si definisce l’Osteopatia come un’arte e le si attribuiscono caratteristiche astratte, ma credo piuttosto che l’Osteopatia sia una disciplina, un percorso volto a supportare l’uomo attraverso l’anatomia, la biomeccanica e la fisiologia.

Attraverso il rispetto e l’equilibrio della forza, degli spazi e dei fluidi, l’Osteopata si occupa di aiutare e supportare la natura ad essere se stessa.

Raccontaci il tuo percorso studente – operatore – formatore.

Come molti ho conosciuto l’Osteopatia prima di tutto come paziente: in quel periodo mi trovavo in Svezia ed ero reduce da un brutto incidente stradale occorso qualche mese prima e mi era stato detto che mi sarei dovuto abituare ad alcuni dolori che persistevano e che anzi dovevo ritenermi fortunato.

Essendo molto giovane, tuttavia, non volevo rassegnarmi a questa eventualità e cominciai a provare alcune terapie di medicina complementare, trovando per fortuna sulla mia strada Etienne, un Osteopata francese di formazione britannica, che viveva da parecchi anni in Scandinavia.

Dopo i primi trattamenti incominciai a vedere dei concreti miglioramenti e, dopo circa 6 mesi, i dolori cui mi sarei dovuto rassegnare erano ormai un ricordo.

Potei così ricominciare ad allenarmi seriamente e l’anno successivo iniziai il mio percorso di formazione in Inghilterra, ritornando per brevi periodi in Italia.

Iniziai a lavorare prevalentemente nell’ambito dello sport professionistico, soprattutto in quelli del calcio e del rugby professionistico, oltre che nella clinical practice.
Di lì a poco iniziai i miei primi corsi di formazione e, ristabilendomi in Italia,  intensificai il mio profilo di formatore, che mi ha portato a diversi progetti, tutti ancora attivi, che considero il cuore della mia attività di docente e direttore di ASOMI.

ASOMI, di cosa si tratta?

Si tratta di un istituto in cui è avvenuta la convergenza di molti anni di lavoro.

ASOMI è un centro di formazione in ambito osteopatico in cui docenti, collaboratori e studenti uniscono sinergicamente i propri sforzi, per creare o diventare i nuovi professionisti dell’Osteopatia.

Il nostro concetto di formazione osteopatica passa sempre attraverso un’ottima conoscenza del l’anatomia e della biomeccanica, ma soprattutto da centinaia di ore di pratica.

Dico spesso che la nostra Scuola di Osteopatia è sport-oriented: sono numerosissime le collaborazioni con i diversi ambiti dello sport e i nostri studenti hanno la possibilità di fare parte del nostro Osteo-SportTeam, che si occupa di supporto ad eventi sportivi a livello nazionale ed internazionale, permettendo così agli studenti di maturare ed accrescere la propria esperienza, grazie ad eventi e collaborazioni di rilievo.

Per garantire sempre più completa formazione ai nostri studenti, abbiamo sviluppato anche diversi corsi post-graduate, che andranno a costituire una vero e proprio percorso di specializzazione: la “Scuola di Alta Formazione Osteopatia dello Sport”.

Parallelamente abbiamo avviato anche un progetto relativo all’Osteopatia Animale, fondando l’Italian College of Animal Osteopathy, che verrà inaugurato nel prossimo settembre.

In conclusione, ASOMI è la Nostra Accademia.

Parlo al plurale perché ho un Team veramente fantastico, che lavora instancabilmente, con grande sinergia ed è una vera e propria Famiglia! Il claim della nostra Scuola di Osteopatia è infatti ”ASOMI qualcosa più di una Scuola, niente di meno che una FAMIGLIA

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Che differenze ci sono tra l’Osteopatia e altre terapie manuali?

Questa è una domanda molto interessante, che apre il campo a diverse e molteplici considerazioni. Cercando però di non disperderci in tecnicismi: ritroviamo la reale peculiarità dell’Osteopatia nell’identificare l’essere umano come un’unità, in cui struttura e funzione siano strettamente correlate ed in cui sia necessario ricercare la causa di una disfunzione specifica all’interno di una visione ampia e amplificata, in cui venga riconosciuta un’alterazione sotto i profili strutturale fasciale quanto viscerale e cranio-sacrale.

Quando è opportuno avvalersi dell’Osteopata/Osteopatia?

Ritengo che l’intervento dell’Osteopata possa essere ben collocato in occasione di diverse situazioni, durante il percorso di un atleta.

E’ frequente che ci si rivolga ad un operatore, nel momento in cui si riscontri una problematica e si cerchi la sua risoluzione tramite un approccio globale e, talvolta, multidisciplinare.

Questo è senz’altro corretto, ma, come Osteopata e formatore, ritengo essenziale promuovere la fruizione dell’Osteopatia in ambito preventivo, favorendo quella che mi piace definire “manutenzione ordinaria”: suggerisco, quindi, la programmazione specifica di interventi osteopatici, che tenga ampiamente conto dell’atleta e del suo allenamento.

E’ necessario valutare le sollecitazioni impresse al nostro corpo, così come le tipologie dei pattern allenanti ed, infine, la capacità dell’organismo di essere resiliente a questi stimoli . Esistono protocolli consolidati nei team agonistici, soprattutto all’estero, che io considero basilari anche per il trattamento dell’atleta medio: le consultazioni periodiche, inoltre, devono essere calibrate a seconda dei periodi di particolare stress, legato ai carichi di lavoro.

Ogni atleta, in conclusione, che inizia ad avvalersi dell’Osteopatia, saprà senz’altro guadagnare migliori percezione e sensibilità del proprio fisico, comprendendone le necessità.

Attualmente, in Italia, la connotazione dell’Osteopata (anche dal punto di vista legislativo) qual è? Rispetto agli altri Stati europei sussistono sostanziali differenze?

In Italia l’Osteopata è un operatore che svolge la sua attività libero professionale in un contesto molto particolare.

Ad oggi esistono diverse proposte normative per regolamentarla: il dialogo con le Istituzioni è aperto e piuttosto vivace e sono presenti diversi tavoli in cui si propongono un profilo professionale tipicamente sanitario oppure uno inserito all’interno del contesto delle medicine complementari (TM and CAM, come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità).

Potremmo, quindi, indicare l’Osteopatia come una professione in via di definizione; quello che è sicuro è che il nostro impegno nel trovare una posizione concreta è a tempo pieno e non si esaurirà fino al raggiungimento del risultato.

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Osteopatia e sport – esistono benefici specifici per appassionati, atleti e professionisti; insomma vale il motto: prevenire è meglio che curare?

L’Osteopatia si è guadagnata sul campo un ruolo importante nel contesto dello sport: viene infatti utilizzata da oltre 30 anni.  Credo che non sia solo importante; credo che l’Osteopatia, come la prevenzione, sia fondamentale e dal mio punto di vista l’ottimizzazione dell’equilibrio e della sinergia biomeccanica sono il cuore della prevenzione e sono il lavoro dell’Osteopata.

E per quanto riguarda il CrossFit?

Vista la completezza e la trasversalità degli elementi che costituiscono i patterns allenanti e di performance del CrossFit, ritengo che sia molto importante un approccio integrato, in cui l’atleta si sottoponga periodicamente a trattamenti osteopatici, che dovranno costituire un vero e proprio protocollo di manutenzione ordinaria, volta al supporto ed alla compensazione delle numerose sollecitazioni meccaniche, a cui è sottoposto il crossfitter.
Per quanto il CrossFit sia una disciplina adatta ed adattabile a tutti (atleti, amatori, kids) si tratta di un allenamento intenso e si rende necessaria, quindi, un’attenzione particolare, che ben si confà alle dinamiche osteopatiche.

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Cosa vorresti per l’Osteopatia nel prossimo futuro?

Vorrei che fosse al più presto una professione strutturata, volta alla promozione della salute in tutti i suoi aspetti, ma non lo voglio per l’Osteopatia: lo voglio per i miei Studenti e per tutti i futuri Osteopati.

L’Osteopatia mi ha dato e mi dà molto ogni giorno e sono sicuro che farà lo stesso con loro; non è un percorso semplice, richiede costanza, volontà, pratica e studio, ma è capace di riservarci una vita professionale piena di soddisfazioni.

#keeppushing

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