Andrea Barbotti è uno dei migliori crossfitter del nostro Paese, manda avanti un box, ottiene grandi risultati alle gare e trova il tempo per rispondere alle interviste.

Ciao Andrea! Presentati con un tweet (140 caratteri).

Ciao a tutti, mi chiamo Andrea Barbotti e pratico CrossFit, lo sport che amo. Principalmente mi alleno ed alleno alla Stronghold 286 ad Ancona, box di cui sono owner ed head coach.

Sei andato ampiamente fuori dai 140 caratteri, ma ti perdoniamo!
Oggi sei uno dei migliori crossfitter del nostro Paese, raccontaci la tua vita sportiva prima del CrossFit.

Devo proprio?! 🙂
Diciamo che fortunatamente la mia famiglia mi ha sempre lasciato molta libertà quindi fino a 19 anni ho “giocato” (calcio), solo nel 2009 mi sono avvicinato al Functional Training ed ho cominciato ad allenarmi davvero.

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Quando e come ti sei avvicinato al CrossFit?

Avevo un amico che insegnava Ju-Jitsu e parallelamente, CrossFit (se così possiamo definirlo visto che nel 2009 in Italia eravamo proprio agli albori).
Ho cominciato da lì. In quella palestra si allenavano anche Francesco Ajello e Davide Marini, in quell’ambiente gli unici che potevano parlare erano quelli che portavano a casa i risultati, le chiacchiere stavano a zero.
Quello è stato il mio punto di partenza, poi mi sono fatto strada percorrendo un iter che mi ha visto lavorare e collaborare con persone che mi hanno insegnato e trasmesso moltissimo dal punto di vista tecnico, umano e sotto il profilo della passione per lo sport.

Oggi come lo vivi?

Oggi lo vivo in modo totalmente diverso rispetto a 6 anni fa.
Vedo il CrossFit come una forbice, da un lato ci sono i PRO (o quelli che ci provano) che sacrificano tutto quello che hanno con impegno, sacrificio e devozione per portare a casa un risultato, dall’altro lato invece c’è la stragrande maggioranza delle persone che praticano questa disciplina per stare in forma, accettarsi alimentando la propria autostima e vivere meglio senza privarsi dei loro spazi liberi come capita molto spesso ai PRO.

Raccontaci la tua giornata tipo.

La mia giornata varia in base al calendario gare. Nella maggior parte dell’anno faccio un paio di classi alla settimana al mattino, più o meno tutte quelle del pranzo e la maggior parte di quelle serali. Sotto gara i ragazzi che insegnano alla Stronghold 286 mi danno una mano scaricando gran parte del lavoro così da potermi dedicare agli allenamenti.
Le training session sono distribuite sia al mattino che al pomeriggio, generalmente faccio 2 giorni di rest o active recovery alla settimana.
Colazione e cena a casa, pranzo al box!

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Sul weightlifting sei fortissimo, sul Gymnastic? E in birra&salsiccia?

In realtà non mi ritengo forte nel WL, credo si dia troppa importanza al 1RM quando la chiave sia altrove.
Per quanto concerne i carichi massimali, il 15.1 A degli Open dello scorso anno ha dimostrato quanto sia importante riuscire ad esprimere il proprio WL in condizioni di stress. Da freschi e in giornata sono tutti mostri da sollevamento!
Stesso discorso per il Gymnastic: se hai 20 ring muscle – ups unbroken da fresco, però ti basta fare 50 double unders e 30 wall ball prima di salire sugli anelli per far ridurre la tua performance del 70% stai sbagliando qualcosa.
Questo per dire quanto sia difficile valutare quanto si sia effettivamente forti nel WL o nel Gymnastic all’interno del contesto CrossFit!
Con Birra e salsiccia sarebbe indubbiamente tutto più semplice…
P.S. Chi perde paga il conto!

A parte gli scherzi, qual è il tuo wod preferito e quale il tuo incubo peggiore?

Difficile questa domanda… più il wod è complicato e contiene skill tecnicamente impegnative (ring hspu, front uprise o squat jerk) più è stimolante. Il mio incubo dopo i Meridian Regional dello scorso anno è rimasto il Randy, mi avrà fatto perdere almeno 3-4 posizioni in Overall.

Sei uno dei pochi atleti italiani ad aver preso parte ai Regionals, cosa ti è rimasto da questa esperienza?

Mi viene da ridere ripensando che mentre io finivo i wod con i crampi, senza un briciolo di energia tanto da avere difficoltà a scendere le scale per tornare in area warm-up c’era chi, come Jonne Koski appena terminato il wod rilasciava interviste. Realizzi subito quanto gap ci sia, sotto il profilo atletico, fra te ed un Games Competitor.

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Ascolti musica durante gli allenamenti? Qual è la tua playlist ideale?

Non ho preferenze, anzi vado molto a periodi. Capita anche di allenarsi senza musica, cosa che apprezzo moltissimo, tanto alla fine sei sempre tu, il wod ed il timer!

Dicci i tuoi obiettivi per questo 2016.

La parola chiave del 2016 è: Solidità. Essere solido significa potersi permettere di gareggiare senza fare una settimana di rest dopo la competizione, significa allenarsi senza continui imprevisti, significa andare al box e sapere di essere supportato (e sopportato) dai ragazzi che alleni e dai tuoi collaboratori. Quindi sì, la solidità è il mio obiettivo!

Hai la possibilità di ringraziare chi ti ha aiutato e sostenuto in questi anni, sfruttala!

Se comincio a fare una lista delle persone da ringraziare allora non basterebbero 3 pagine. Non dimentico e dimenticherò mai nessuno di loro, dal primo all’ultimo. Ringrazio ogni persona che abbia creduto in me, sia in ciò che dico che in quello che faccio.

Ci piace concludere con un pizzico di magia: hai a disposizione i classici 3 desideri del genio della lampada, cosa gli chiederesti?

La pace nel mondo… 🙂
anzi, sarò più egoista, ne chiedo due e uno lo regalo.
– Genio, toglimi tutti gli infortuni e i dolori accumulati in questi anni.
– Genio, dammi delle mani più grandi. Ora sembrano quelle delle Barbie, sarei più efficiente nei wod di “presa”.

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