Lo scorso fine settimana siamo stati a Parma per partecipare alla Level Two ‘Coach Preparation Course’ di CrossFit. Un week end fantastico!

E’ sempre positivo trascorrere il tempo con persone che condividono la propria passione, soprattutto quando si tratta di un corso interessante che può incrementare le proprie conoscenze. Quest’ esperienza in particolare ci ha offerto qualche spunto di riflessione.

Il costante aggiornamento, la ricerca di nuove competenze e, in senso più ampio, il “sapere”, sono aspetti che dovrebbero caratterizzare la vita di ogni coach. Spesso, però, ci si concentra sull’arricchimento del proprio bagaglio di skills dimenticando quello che è il compito di un allenatore: trasmettere e insegnare.

Sapere, saper fare, saper far fare. Questo ciclo presuppone una serie di competenze che vanno al di là delle semplici nozioni che si vogliono insegnare, e riguarda: l’elasticità mentale, la capacità d’osservazione e l’empatia.

E’ inutile essere un pozzo di scienza, se poi non si è in grado di produrre un cambiamento tangibile nell’esecuzione di un esercizio in un atleta che si sta allenando. Ecco perché, oltre a una consolidata conoscenza della teoria, si devono possedere le chiavi di lettura per tradurre quello che si ha in testa in ciò che deve riprodurre l’atleta.

La parola d’ordine è la semplicità, ma rendere le cose semplici spesso e volentieri non è per nulla semplice. Un buon coach deve fornire ai propri atleti le giuste scorciatoie per l’apprendimento. L’insegnamento più efficace deriva da una profonda osservazione. Sapere cosa guardare, quando e perché, e successivamente decidere come intervenire, rappresentano le peculiarità di un coach.

La nostra decisione di investire tempo, denaro ed energie in questo percorso, risiede nel desiderio di diventare dei coach migliori. L’obiettivo di un allenatore è condurre i propri atleti al ‘livello superiore’, qualunque esso sia. Per prima cosa, però, è necessario portare se stessi al livello superiore.

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